Una delle miei clienti mi ha raccontato un sogno che fa molto spesso :
«Un bambino è in piedi sulla finestra di una casa, di fronte la piazza di un mercato dove c’è molta gente. Questo bambino vuole saltare ed è molto alto, esita a lungo. Molte persone guardano il bambino, ma non fanno nulla e continuano a fare i loro acquisti. Il bambino finisce per saltare e muore non appena tocca il suolo. Le persone guardano il bambino morto e cominciano a compatirlo, ma nessuno si chiede: “Perché questo bambino lo ha fatto? ” Si dimenticano del bambino e continuano la loro vita».
Questa storia è la storia del nostro bambino interiore. Quando un bambino non è stato adeguatamente nutrito, non ha ricevuto l’affettività, il riconoscimento, l’amore, e tutti i bisogni indispensabili alla sua costruzione non sono stati soddisfatti, soffre e può morirne. Quando è adulto continua a vivere, ma il suo bambino interiore è morto, dimenticato. Gli adulti non sanno, perché vivono e agiscono come robot, automi e non si pongono la domanda: “Perché la mia vita è così? ” Non vedono più, sono rientrati nelle loro abitudini, nella loro sicurezza materiale,è questa la piccola morte.
Per ridare vita al bambino, l’adulto dovrà innanzitutto prendersi cura di lui, perché è l’unica persona che lo può aiutare. L’adulto è l’unico intermediario tra il bambino interiore e l’esterno, gli altri. Per trasformare questa piccola morte, l’adulto aprirà il suo cuore esprimendo le sue emozioni, si libererà dei suoi condizionamenti, delle sue paure e ritroverà l’innocenza, la spontaneità, la vulnerabilità e l’amore incondizionato del bambino. Ci vuole un immenso coraggio, ma il bambino ne ha realmente bisogno per crescere e ritrovare il suo adulto. I due insieme potranno attraversare questo periodo caotico con molta serenità, piacere, gioia e libertà. Questo percorso si chiama cammino spirituale.